Wednesday, April 23, 2014

Amore&Confetti

Confetti, matrimoni e vecchie tradizioni nella Morena che fu

Morena aveva tante usanze in passate molte delle quali davvero suggestive. Cominciamo ad analizzare  quelle che riguardavano i matrimoni e che ci siamo fatte spiegare da Bruna Polidori mia mamma. Con integrazioni che ricordiamo personalmente.

Le partecipazioni. In passato non erano cosa da poco. Almeno non 30-40 anni fa.  Tempo di boom economico la gente ci teneva e non badava a spese.

Le bomboniere venivano consegnate personalmente dagli sposi, che andavano fieri, come coppia di sposarsi, mettere su famiglia.  Ogni partecipazione era accompagnata da una superba prima bomboniera. Poteva avere la forma di scarpone di vetro da usare come vaso per i fiori, un soprammobile raffinato, ma non era mai un oggetto piccolo o da poco prezzo. Anzi: forse era la più costosa delle tre bomboniere che sarebbero state donate agli invitati.

La seconda bomboniera sarebbe stata consegnata a metà pranzo nuziale. Un bel pensiero, un altro soprammobile di importanza, e poi una terza, in genere un fazzoletto decorato a mano con confettit, al termine del pranzo nuziale. In totale, spesso tre.  Forse quella più importante era proprio la prima. Vicini di casa, amici, parenti erano tutti invitati a un evento gioioso così importante e che avrebbe coinvolto tutta la comunità.

I confetti che adesso sono diventati per ragioni economiche sempre di più bassa qualità giocavano un ruolo di fondamentale importanza in passato. Erano, dopo gli sposi, i protagonisti comprimari di una giornata memorabile, l'elemento decorativo e gioioso più ricercato, simbolo di prosperità e abbondanza.. Questa dei confetti per Morena era una tradizione vecchissima. Magari ci sarà stata pure la povertà ma ai confetti non ci si rinunciava mai. E non parliamo di quantitià piccole. Un matrimonio richiedeva un numero industriale di confetti. 

La mamma ricorda. "Venivano fatte siepi di confetti lungo tutto il percorso che avrebbero fatto gli sposi per raggiungere la chiesa. Tanti anni fa non c'erano le strade maestre, così queste siepi di confetti servivano ad accompagnare simbolicamente gli sposi e  far capire al tempo stesso agli invitati dove dirigersi". La gioia maggiore era sempre dei bambini. "Dopo il passaggio degli sposi e degli invitati facevano a gara a chi prendeva più confetti".
C'erano confetti di tutti i tipi. "Tondi, bianchi con le mandorle, i classici insomma, colorati, al cioccolato. Sempre però di ottima qualità. I miei preferiti erano quelli fini lunghi con dentro la cannella. Così buoni. Chissà che fine avranno fatto?" chiede Bruna.

Una volta arrivati in prossimità della chiesa, stesso scenario. Altre "siepi" lungo tutto il percorso che portava alla chiesa e fatte stendendo piccoli  fazzoletti. La gente sapeva che lì avrebbe dovuto mettere confetti. Le siepi così erano adornate di altri confetti e dalle ciambelline. Addirittura l'uso delle ciambelle, di una grande ciambella, nel passato remoto di Morena era in voga anche durante la comunione e la cresima.

Lungo il viale c'erano un'immensità di confetti e proprio per tutti. A manciate. A migliaia. Non stupisce che a Morena ci fosse la tradizione dei confetti visto che erano conosciuti a Venezia, perché importanti dall'estremo oriente già nel 1200. E noi sappiamo di essere veneti.

I confetti assieme alle caramelle venivano poi tirati in così grande numero durante i pranzi nuziali  che non solo i bambini invitati raccoglievano a  man bassa tutte queste leccornie, ma anche altri piccoli vicini di casa che molto tranquillamente arrivavano, salutavano e si mettevano all'opera per il loro personale bottino di... matrimonio.

Negli anni '50 i pranzi non venivano celebrati nei ristoranti. Veniva preferita la piazza di casa, dove gli invitati convergevano alla fine della funzione religiosa. C'era una cuoca, c'erano tante altre aiutanti e il pranzo non aveva nulla da invidiare a quelli più moderni,  in termini di abbondanza. Dopo, in genere la gente ballava grazie alla presenza di un suonatore. In seguito un buffet avrebbe di nuovo ristorato gli invitati.

L'abito bianco è subentrato nel ventesimo secolo. Mia nonna morta a 92 anni nel 1980 si sposò con un bell'abito marrone.

Altri tempi.

Anna Maria Polidori

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